Da lunedì 18 maggio sarà di nuovo possibile svolgere le funzioni religiose.
Le cerimonie e le messe erano state bloccate in seguito all’emergenza Covid-19. Il blocco alla riapertura dei luoghi di culto, il 4 maggio, ha suscitato diverse polemiche, ma quanti sono gli italiani che torneranno a messa?
Qual è il rapporto tra gli italiani e la religione?
Sono 14,2 milioni in Italia, i religiosi praticanti, ovvero il 24,9% della popolazione frequenta le funzioni religiose almeno una volta a settimana. Quasi identico dal lato opposto il numero di persone che dichiara di non praticare, 14,6 milioni pari al 25,6% della popolazione.
A livello territoriale è il Mezzogiorno l’area più “religiosa” del paese, con il 29,3% della popolazione che frequenta con regolarità le funzioni, il centro si attesta invece su valori del 22,6%, numeri simili al nord con il 22,7%.
Tra le Regioni è la Calabria quella con il numero più alto di praticanti, il 32,3% della popolazione.
Dal lato opposto invece è la Valle d’Aosta il territorio che presenta i valori più bassi, 16,5%.
Interessante anche le differenze che si riscontrano a livello micro-territoriale, in particolare la popolazione che vive nelle periferie delle aree metropolitane frequenta mediamente il 3% in più rispetto alla popolazione che vive nel centro città.
Dal 18 maggio saranno nuovamente consentite le funzioni religiose.
Il 24,9% degli italiani le frequenta settimanalmente, i valori maggiori si registrano nel Mezzogiorno.
Un dato interessante e controintuitivo è rappresentato anche dal numero di praticanti in relazione alla dimensione dei centri abitati. Nei centri più piccoli, fino a 10mila abitanti, tale dato si attesta al 23,9%, mentre nelle città con popolazione superiore ai 50mila abitanti il dato sale al 27,1%, con un +3,2%.
“Le misure adottate in Italia sono molto simili a quelle di altri stati europei.
In Francia funzioni e cerimonie religiose ripartiranno dal 2 giugno, in Germania invece le liturgie sono state autorizzate fin dai primi di maggio, con numeri ridotti e biglietti all’ingresso.Se consideriamo che le liturgie rappresentano in Italia un’occasione di ritrovo per 14,2 milioni di persone a settimana, sono comprensibili i timori iniziali del governo per la riapertura.
D’altra parte il sentimento religioso rappresenta per molti un’ancora, in particolare nel momento di incertezza in cui stiamo vivendo. Dovremo convivere con il virus ancora per mesi, occorre tornare alla vita, l’importante è farlo in modo responsabile adottando tutte le precauzioni del caso.”Alessandro Paglia, CEO di Deopen.